Rinnovato il direttivo di AIAB FVG

31.05.2019

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Rinnovata la guida di AIAB FVG, per un biologico che vuole crescere sano

Si è concluso il percorso di rinnovo degli organi sociali di AIAB FVG, l’Associazone di Promozione Sociale che in Regione raggruppa ed è il riferimento per i produttori biologici, i trasformatori ma anche i consumatori, i tecnici, le amministrazioni locali e tutti coloro che nell’agricoltura biologica riconoscono un modello di lavoro e di vita capace di garantire un futuro a tutti noi e all’ambiente da cui dipendiamo e di cui godiamo.

È stata confermata alla presidenza Cristina Micheloni, agronomo, che è supportata da due vice-presidenti, nuovi per il direttivo ma non per il settore, Mària Croatto, amministratrice azienda di servizi in agricoltura, e Umberto Midena, esperto panificatore. Alcune conferme e molti volti nuovi tra i componenti del direttivo: confermato Raffaele Mocchiutti, allevatore e vignaiolo, cui si uniscono i “nuovi” Sandra Tavagnacco, consumatrice instancabilmente curiosa ed informata, Francesca Tonon, tecnico agricolo con esperienza nel sociale, Andrea Tanda, agronomo e produttore di zafferano, Samo Sanzin, unico produttore in Italia di aronia biodinamica e Gustavo Mazzi, medico e referente di ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente).

La diversità di professionalità e percorsi, accompagnata dalla passione, è garanzia che il nuovo gruppo dirigente saprà affrontare con grinta il momento di crescita tumultuosa che il biologico sta vivendo. “Il biologico oggi è nella sua fase adolescenziale – commenta la presidente Cristina Micheloni – cresce velocemente e vivacemente, ma ha bisogno di qualcuno che mantenga saldi i principi, in modo da garantire che il passaggio alla fase adulta avvenga con preparazione ed in piena salute”. L’associazione è attrezzata per accompagnare i propri soci in questo passaggio storico. Infatti nell’ultimo triennio abbiamo consolidato le basi tecniche, amministrative e formative a supporto dei produttori, ma anche organizzative ed informative per integrare i consumatori ed i tecnici in una vera alleanza capace di proteggere il biologico regionale nella sua crescita, evitandone la banalizzazione e lo svuotamento di significato che la sua recente popolarità rischia di comportare. “Dobbiamo evitare la deriva egocentrica del mangio bio perché mi fa bene e ritornare al più ambizioso e lungimirante mangio e produco bio perché voglio cambiare il mondo” – continua la presidente – “infatti un prodotto senza residui è importante ma è poca cosa rispetto ad un sistema agricolo che si fa carico di proteggere e ripristinare l’ambiente, di ridurre gli impatti sul clima, di adeguare le tecniche agronomiche ad un clima imprevedibile e, così facendo, assicurare un reddito agli agricoltori. Ed includendo altri essenziali aspetti come il benessere degli animali allevati e l’equità nei rapporti tra i diversi attori della filiera nonché tra i produttori e consumatori delle diverse parti del mondo. Non è idealismo ma solo e soltanto la visione globale che è necessaria per poter agire bene a livello locale”.

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