Il biologico a “Vita nei campi”: chi l’ha detto che l’orto d’inverno è triste?

19.01.2020

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Chi l’ha detto che l’orto d’inverno è triste?
di Cristina Micheloni

Per chi la verdura la compera al supermercato i cambi di stagione sono difficili da parcepire ed è idea comune che negli orti friulani in questa stagione regni la tristezza, illuminata solo qua e là da qualche verza e pochi gambi di radicchio amaro e coriaceo.
Chi invece la spesa la fa, almeno ogni tanto, direttamente dai contadini, ha ben presente quando il primo freddo rende profumati i finocchi, quando il ghiaccio fa dolce il radicchio, quando l’inverno molla la presa e le prime insalate prendono coraggio, oppure quando la primavera tocca l’estate ed è un trionfo di proteine sotto forma di piselli.

Ma il luogo comune del triste friulano orto invernale e, di conseguenza, della triste dieta invernale se a km 0 è duro a morire. Ma tanto per dire: radicchi (amplissimo plurale che include tipologie dal “poc” alle “rose”… di Gorizia, dell’Isonzo e di ogni frazione ove vi sia un orticoltore operoso), biete (banalmente verdi e bianche ma anche rosse o gialle), cavoli (cappuccio di vari colori, rapa, nero, riccio, …), broccoli ( friulano, romanesco, siciliano, …), finocchi, cicoria catalogna, porro, spinaci e… non dimentichiamo le verze! Come fa ad essere triste? Non ci crederete ma per una volta forse abbiamo qualcosa da imparare dagli americani. Vero è che sono americani strani ed una ristrettissima minoranza, quelli che nei giorni scorsi hanno visitato diverse aziende qui in Friuli ed in Veneto per poter vedere ed assaggiare radicchi, broccoli, cavoli e altre invernità. L’aspetto più interessante è la multiattorialità del gruppo: orticoltori, chef, selezionatori di sementi, giornalisti, cittadini curiosi. Un’alleanza che noi facciamo fatica ad aggregare, al di là degli slogan. Ebbene costoro stanno cercando, attraverso la sinergia, di migliorare il sistema agro-alimentare che li circonda ed invidiano non poco del nostro sistema (ci invidiano pure gli orticoltori!). Loro hanno portato il radicchio a Seattle e ci fanno pure l’annuale sagra, possibile che noi non riusciamo a portare i broccoli ed i radicchi in tavola con continuità?

Ancora una volta il tipicamente friulano understatement non ci giova, nemmeno nell’orto.

Eccoli qui gli americani: https://www.culinarybreedingnetwork.com/about

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