Coltivando, cucinando o consumando ortaggi di stagione sappiamo benissimo che l’inverno, seppur freddo e buio, ci può regalare un orto ricco di colori, sapori e tradizioni. Stanchi e distratti dal nostro stile di vita frenetico, troppo spesso però non sappiamo apprezzare queste ricchezze. È perciò necessario fermarsi un attimo, ogni tanto, e celebrare assieme quello che la natura (e gli orticoltori) porta sulle nostre tavole in questi freddi mesi invernali.
Proprio questo è stato l’obiettivo del “Giàz”, evento organizzato sabato 18 gennaio da Myrtha Zierock e dall’Azienda Agricola Foradori a Mezzolombardo in Trentino: diversi orticoltori da varie parti d’Italia hanno fatto assaggiare i loro migliori ortaggi a centinaia di persone giunte in azienda per scoprire i gusti e i colori dell’inverno. Dal cavolo riccio al broccolo padovano, dal cardo gobbo al radicchio rosa: erano veramente tanti gli ortaggi invernali insoliti, sconosciuti o semplicemente sottovalutati che hanno reso questo giornata un vero successo.
Ovviamente noi non potevamo mancare! Il nostro banchetto sfoggiava i colorati radicchi dell’Az. Agr. Pitton, il broccolo friulano dell’Az. Agr. La Dulina, brovada e verze rave. A completare la delegazione del Friuli Venezia Giulia c’erano anche l’Orto Felice di Udine e l’Az. Agr. Primo Taio di Trieste.
Questo evento è stato il culmine di una settimana molto intensa per alcune nostre aziende. L’Az. Agr. Pitton, l’Az. Agr. Tiare dal Gjal e l’Orto Felice hanno infatti accolto nei loro campi una delegazione di orticoltori, chef, giornalisti e ricercatori provenienti dagli Stati Uniti d’America e facenti parte dell’organizzazione “Culinary Breeding Network”. Questa alleanza multisettoriale sta cercando, attraverso la sinergia fra i vari attori, di migliorare il sistema agroalimentare biologico locale dell’Oregon e dello stato del Washington. L’obiettivo della loro visita era quello di confrontarsi con la nostra realtà e trovare ispirazione dalla nostra tradizione orticola, dai nostri cavoli e dai nostri radicchi (pensate che fanno anche la sagra del radicchio a Seattle). Questi incontri si sono rivelati dei momenti di scambio affascinanti: seppur divise da terre e oceani, le piccole aziende biologiche italiane e americane condividono la stessa passione, gli stessi valori e anche gli stessi ostacoli.
Incontri e confronti di questo genere non possono che darci una carica di energia fantastica perché sono la dimostrazione che non siamo soli nel percorso di creazione e consolidamento di filiere di produzione e consumo etiche e sostenibili.
Photo credits:
Shawn Linehan Photography
@adriano_mastrilli
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