Il compost casalingo – prima parte
Di Daniela Peresson – Articolo pubblicato su Il Piccolo del 26/03/2020
Tutte le persone che godono di un piccolo orto o giardino dovrebbero sentirsi in dovere, per motivi etici ed agricoli, di dedicare un piccolo spazio alla realizzazione del compost. Trasformare i propri scarti organici in “nuova, soffice e fertile terra” dovrebbe essere un obiettivo comune da perseguire, per ridurre il volume dei nostri rifiuti e per nutrire il terreno che poi nutrirà le piante.
In agricoltura biologica è necessario fertilizzare il terreno con prodotti organici: il famoso e ormai introvabile letame, lo stallatico acquistabile nei negozi di prodotti agricoli e, come detto, il compost di produzione casalinga.
Dedicare al compost un angolo del giardino andrà benissimo, meglio se un po’ ombreggiato da qualche pianta nelle vicinanze. Per la realizzazione si potrà utilizzare la classica compostiera di plastica (speriamo almeno da riciclo…), oppure creare un piccolo cumulo che verrà delimitato da bordi in legno o da mattoni in tufo ad esempio, o anche da una semplice e fitta rete. Necessario è il contatto diretto con il terreno, il compost è il risultato di processi di trasformazione attuati dagli organismi grandi e piccoli (lombrichi, insetti, funghi, batteri – soprattutto – e molti altri ancora…) che vivono e lavorano nel terreno.
È bene realizzare il compost su un terreno che sgrondi bene l’acqua; è controindicato, creare una buca nella quale iniziare l’accumulo, va benissimo porre i primi scarti direttamente sulla superficie del terreno, è proprio il terreno il miglior “starter”, nonostante tutti i consigli riguardo a sostanze da aggiungere al compost per accelerarne la produzione…
Il compostaggio è un processo naturale e perché avvenga nel migliore dei modi dobbiamo fornire ai suoi attori tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere: aria, acqua e cibo cioè sostanze organiche, preferibilmente di origine vegetale. Infatti, affinché si formi l’humus, principale responsabile della fertilità del terreno, il materiale di partenza deve essere di origine vegetale.
Illustrazioni realizzate da Loreta Cogoi