Terreno e microbi: quanti sono e quanto ci servono?
di Cristina Micheloni
Facciamo un altro discorso “terra terra”, dato che la scorsa volta ci siamo trovati bene, ma mettendoci vicino un minimo di quantificazioni. L’occasione ci viene dal recente webinar tenuto dalla prof. Manuela Giovannetti dell’Università di Pisa e dal fatto che il 5 dicembre si celebrerà la giornata mondiale del suolo.
Allora qualche numero:
• Nel terreno vive un quarto della biodiversità globale, quindi preservare il suolo e la sua attività microbiologica “pesa” assai di più sulla bilancia della preservazione della biodiversità, della coltivazione di varietà locali, cosa che in tutti i casi va sostenuta;
• in un cucchiaio di terreno vivono molti più organismi di quanti umani popolino l’intero pianeta!
• ogni anno si perde una superficie di terreno fertile pari al Costa Rica (50.000km2) .
Qualche numero anche su chi sono questi simpatici organismi che vivono nel suolo.
In un ettaro di terreno in salute, ad esempio quello di un prato, ci sono:
• 1-2 tonnellate di batteri
• fino a 2 tonnellate di attinomiceti
• da 2 a 5 tonnellate di funghi.
Proviamo a prenderne una manciata in mano di terreno (100g), dentro di troviamo:
• fino a 5000 organismi tra insetti, acari, anellidi e molluschi
• 10.000 protozoi
• 500 m di radici
• 50 km di ife di funghi e correlati batteri
• 10.000 nematodi, non per forza patogeni o altrimenti dannosi
• 100 miliardi di batteri
• e se siamo fortunati anche un piccolo mammifero.
Ma all’agricoltura che cosa importa tutto questo?
Importa tanto, ad esempio, possono arrivare da un oculata gestione del terreno, fino a 200 kg/ha/anno di azoto gratis fissato dalle leguminose, si può risparmiare fino al 50% di energia grazie alla migliore lavorabilità, si può ottenere un incremento del 58% della produzione di cibo….assieme ad un paio di altre ben note e semplici azioni (meno prodotti animali e meno spreco) ci permette di sfamare tutta la popolazione attuale e a venire. E nulla diciamo, perché già detto molte volte, sul clima e quanto il terreno può giovare sia in termini di mitigazione che di adattamento.
Bene e allora ad ognuno di fare qualcosa:
• agli agricoltori di trattare bene la terra riducendo le lavorazioni, curando la dotazione organica e la diversificazione delle colture, attraverso anche la rotazione l’uso dei sovesci… insomma se fate bio andiamo meglio!
• ai consumatori di scegliere con discernimento con che cosa riempire il frigo, meno prodotti di origine animale, meno prodotti trasformati e tanto più bio, e anche più locale!
• ai cittadini più attivi di fare bene la differenziata ed anche il compost;
• agli amministratori di smetterla di cementificare;
• e a tutti i pigri, di accovacciarsi comodi sul divano e vedere il documentaro “Kiss the ground”, disponibile sulle usuali piattaforme.
A tutti noi, buon 5 dicembre, giornata mondiale del suolo!