Trattare bene il terreno per mangiare ancora kiwi!
di Cristina Micheloni
Tanto abbiamo detto di come sia importante trattare bene il terreno e anche di come farlo, però forse si ottiene di più portando all’attenzione gli effetti sulla nostra spesa e sulla tavola del “non farlo”.
Negli ultimi anni diverse “strane” malattie stanno colpendo duramente colture a noi familiari e prossime. È il caso della vite e delle malattie del legno, mal dell’esca in primis, ma anche del kiwi e della relativa moria, per non dire dell’olivo e del suo disseccamento rapido.
Tutte e tre concrete esplicitazioni di come la combinata gestione (scriteriata) del suolo con il cambiamento climatico metta a rischio ciò che diamo per scontato.
Una cosa alla volta: la moria del kiwi è quel fenomeno che nell’ultimo decennio ha “fatto fuori” una bella fetta della produzione di kiwi veneta, si riporta che 2000ha su 2400ha ne siano in qualche misura colpiti ed anche friulana (60ha su 650). L’effetto è tangibile sull’attuale prezzo al mercato dei kiwi, ci avete fatto caso?
Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma quel che è certo è che la radice delle piante colpite risulta stentata, limitata per sviluppo e profondità, talvolta marcescente… insomma non in grado di sostenere le necessità della pianta soprattutto in periodi di alte temperature, quando l’evapotraspirazione è maggiore.
E perché le radici stanno così male?
Sì, c’è un gruppo di funghi associato alla presenza dei sintomi, però, soprattutto, è evidente che il terreno che le ospita è asfittico e compattato, o meglio: asfittico perché compattato. Ed ecco il secondo elemento climatico, dopo i colpi di calore estivi, gli eventi meteorici intensi, ovvero precipitazioni piovose che su terreni compattati (perché maltrattati dalle pratiche di gestione frutticola) causano lunghi periodi senza sufficiente ossigeno.
Come si risolve?
Si stanno proponendo dei portinnesti maggiormente tolleranti…. Ma non sarebbe meglio rivedere le pratiche di gestione del suolo? Senza dubbio meno costoso e più lungimirante.
Qualcosa di simile avviene per le malattie del legno nella vite, dove la causa non è solo o non è tanto legata alla presenza di alcuni funghi patogeni, ma soprattutto al maltrattamento del suolo. Altra similitudine è il complesso del disseccamento rapido dell’olivo, causato sì dalla Xylella (un battere) ma fortemente incrementato e reso più rapido nella sua nefandezza dalle cattive condizioni del suolo e.. ancora una volta, dalle mutate condizioni climatiche.
Allora, abbiamo visto l’effetto sul costo e la disponibilità dei kiwi, vogliamo aspettare di rimanere anche a corto di vino ed olio per agire?
E’ tempo di Green Deal e nuova programmazione PSR e PAC… bene, concentriamo gli sforzi ( e le risorse) sulla gestione lungimirante del suolo, mettendo però anche in campo un serio sistema di monitoraggio.