L’articolo pubblicato su Il Piccolo a cura di Daniela Peresson e con le illustrazioni di Loretta Cogoi.
In agricoltura biologica si sa, il terreno è il fondamento su cui il metodo si basa, è da lì che tutto ha inizio…
Non è quindi possibile partire a primavera con il piede giusto, nelle attività in orto o in giardino, senza rivolgere attenzione, in termini di conoscenza e di cure, al proprio terreno.
Molto spesso il suolo che ci troviamo a disposizione non si è formato in quel luogo e quindi non ha quella stratificazione ideale che solo l’origine locale può dare (in natura ci vogliono secoli per formare qualche centimetro di suolo fertile…), ma è il risultato di spostamenti, riporti e scavi che, nel migliore dei casi, sono un miscuglio di strati di diversa natura.
Quello abbiamo e non ci resta che migliorarlo!
Il suolo è formato da una parte inorganica (45%) che comprende, in ordine decrescente di dimensioni: pietre, ciottoli, ghiaia e poi sabbia grossa, sabbia fine, limo e argilla. La diversa percentuale di ogni singolo componente ci fa definire il nostro terreno come argilloso, limoso, sabbioso o ricco di scheletro (cioè sassi), o una via di mezzo fra questi.
La parte organica, rappresentata dall’humus, pur essendo presente in piccolissima quantità rispetto alla precedente (dall’1-2% di un terreno povero al 5-7% di uno ricco), condiziona fortemente le caratteristiche del nostro terreno: fertilità, sofficità, lavorabilità, permeabilità e vita (di organismi animali e vegetali grandi e piccoli) presenti nel terreno.
Ricordiamoci di aria e acqua (50%) che nel terreno devono essere sempre presenti nel giusto rapporto.
Detto questo che si fa?
Possiamo solo (e non è poco), pensando agli anni a venire, migliorare cioè aumentare la frazione organica con apporti di materiali vegetali diversi e soprattutto continuati negli anni. Quali? Ne abbiamo parlato più volte e ne riparleremo, per quest’anno e per una distribuzione pre-lavorazione primaverile andrebbe benissimo del letame ben maturo, da ricercare nelle aziende agricole (dove gli animali sono allevati su paglia) o in qualche maneggio.