Pomodoro, oro estivo
Di Andrea Giubilato – Articolo pubblicato su Il Piccolo
Piena estate e poca voglia di cucinare, l’occasione è ottima per utilizzare, per sfamarci nei momenti di massimo calore, i frutti del pomodoro, che per la botanica si chiamano bacche, tagliati a fettine sottili e conditi con sale, olio evo, origano e basilico. Per trovare le bacche fresche (appena raccolte s’intende), basta andare al mercato cittadino da qualche produttore locale, biologico sarebbe bene, oppure recarsi direttamente in un’azienda orticola bio che in questo periodo dispone sicuramente di pomodori in abbondanza e acquistare quelli con le forme e i colori che più ci piacciono.
Originariamente questo frutto, quando è arrivato in Italia via Spagna direttamente dal Messico verso la metà del XVI secolo, è stato chiamato, per la forma e il colore giallo che manifestava, Pomo d’Oro.
In breve tempo però le forme e i colori, grazie a selezioni e incroci tra varietà diverse messe in pratica dagli ortolani in tutta la penisola (soprattutto al centro e al sud), si sono moltiplicate: ciliegini, datterini, costoluti, cuor di bue, a peretto, rossi, gialli, arancioni, marrone e viola.
La prima coltivazione e produzione (1548), sembra derivi da dei semi regalati dal vicerè del regno di Napoli alla figlia Eleonora da Toledo, moglie di Cosimo dei Medici. L‘esperimento, riuscito 500 anni fa, può essere ripetuto anche ai giorni nostri ed è possibile organizzare per l’estate 2022, a partire dai semi recuperati quest’anno, una coltivazione in vaso da sistemare al sole di un bel balcone cittadino o in una bella aiuola nell’orto.
Per cominciare è necessario sapere dall’ortolano bio se le bacche che ha venduto derivano da autoriproduzione di sementi e piantine; se la risposta è sì, quei pomodori fanno al caso nostro. Meglio informarsi anche sul portamento delle piante, se si sviluppano a cespuglio o vengono coltivate in verticale con sostegno, quest’ultimo caso è da preferire. Scelte le tipologie che più ci piacciono, per sapore, aroma, colore, consistenza della polpa e che soddisfano le due condizioni suddette, prima di mangiarli spremiamo i semi con un po’ succo in un bicchiere. Lasciati a fermentare per 48 ore andranno poi puliti sotto l’acqua corrente mettendoli in un colino ed in seguito posti in un piattino all’ombra ad asciugare per alcuni giorni. Quando belli asciutti andranno riposti in un sacchetto di carta (su cui sarà bene riportarela data, la varietà e il nome del produttore) e conservati in un luogo fresco per tutto l’inverno.
Nei primi giorni di aprile, ormai iniziati i lavori primaverili in orto e giardino, finalmente semineremo i nostri pomodori in un vaso capiente (almeno 25 cm di altezza e 30 cm di diametro) riempito con un miscuglio di terra, torba e compost in parti uguali, utilizzando circa una decina di semi per essere sicuri di ottenere almeno qualche piantina. Sarà necessario porre il vaso alla luce in un luogo dove la temperatura non scenda sotto i 10 °C e dare acqua regolarmente. A germinazione avvenuta bisognerà prendersi cura delle nuove nate ma forniremo, a suo tempo, tutte le indicazioni.
Dedichiamoci intanto alla ricerca, ovviamente con degustazione, dei pomodori migliori!