Dalla puntata del 12 settembre 2021 di Vita nei Campi, di Rai Radio 1 del Friuli Venezia Giulia, l’intervento di Cristina Micheloni. Qui puoi sentire l’intera puntata del programma.
Ben ritrovati a tutti! Anche in questa programmazione di Vita nei Campi avremo modo di seguire quello che succede nel mondo bio, soprattutto quello locale ma non possiamo esimerci dal “pensare globale ed agire locale”. Quindi uno sguardo ben più ampio ci è necessario per fare sempre meglio il bio di “chenti”.
Proprio nella settimana appena conclusa ci sono stati due eventi importanti:
1) la presentazione dei dati del bio italiano, durante la fiera SANA;
2) L’Organic World Congress di IFOAM, ovvero l’evento che solitamente avviene ogni 3 anni e che raduna le esperienze scientifiche, tecniche e pratiche più rilevanti del settore bio a livello mondiale. Quest’anno l’evento di è tenuto in modalità ibrida a Rennes, in Francia.
Su entrambi gli eventi ritornerò nelle prossime puntate, perchè di informazioni e materiali ne sono stati prodotti davvero tanti e buona parte utile anche nell’agro friulano, ma intanto qualche anticipazione, tanto per creare l’attesa:
- i dati del bio italiano al 31/12/2020 continuano a segnare la crescita: 2 milioni e 100.000 ha coltivati in bio, ovvero il 16,6% della SAU nazionale (era l’8,7% 10 anni fa) e quasi 82.000 operatori certificati.
Bene, ma molto meglio hanno fatto nell’ultimo anno Francia, Germania e Spagna in termini di numero di operatori e sempre bene continua a fare l’Austria.
- Guardando agli euro: le esportazioni del bio italiano nel 2021 sono aumentate dell’11% rispetto al 2020, generando 2,9 miliardi di euro e posizionando l’Italia al secondo posto nel mondo dopo gli USA. Anche il mercato interno cresce e le vendite – considerando tutti i canali – sono aumentate del 5% rispetto allo scorso anno raggiungendo i 4,6 miliardi di euro.
- In Regione andiamo avanti, ma ancora troppo piano… siamo al 7,5% della SAU e le opportunità continuano a passarci davanti.
- Solo un accenno all’incremento delle importazioni da paesi non EU, soprattutto per i cereali, gli oli e alcuni ortaggi. Nulla contro chi fa bio in altri paesi ma il concetto di legame col territorio è intrinseco al biologico, quindi
“consumatori, leggete bene l’etichetta e privilegiate il bio locale”!
Qualche nota dall’Organic World Congress di Rennes:
- molta attenzione ai sistemi di allevamento, sia in termini di benessere animale che di impatto ambientale. Molti lavori scientifici che ci danno l’idea di come e di quanto cambierà la zootecnia (bio e non) nei prossimi anni, guidata per buona parte dalle richieste dei consumatori e dalle evidenti necessità di cambiare per tentare di salvare ambiente e clima.
- Continua anche, e comincia a dare qualche interessante risultato, la combinazione tra biologico e conservativo, con risultati da Francia e Canada su come produrre cereali, mais e soia in bio evitando l’aratura e le altre lavorazioni. Idee per evolvere anche l’uso del roller crimper di cui già abbiamo parlato lo scorso anno.
Alle prossime puntate per approfondire e adattare alla nostra realtà!