Il kaki
Di Daniela Peresson – Articolo pubblicato su Il Piccolo
È una pianta che ben si adatta al duplice ruolo di specie frutticola, di cui intendiamo ovviamente raccogliere i frutti, e ornamentale, grazie alla quale vogliamo invece abbellire un angolo del giardino. Il portamento regolare della chioma con foglie ovali, spesse, lucide in superficie e la presenza, in autunno, di numerosi frutti di un bel arancio vivo che permangono a lungo anche dopo la caduta delle foglie, danno a una stagione che ormai volge all’inverno, una piacevole nota di colore.
Originario della Cina il kaki è stato inizialmente diffuso in Giappone diventando in quel paese una specie frutticola di grande importanza (oltre che frutto nazionale); solo in seguito, verso la metà del secolo scorso, è arrivato in Europa. La sua importanza commerciale non è particolarmente rilevante e probabilmente nella nostra regione non se ne fa un gran consumo, ma per chi ne apprezza il frutto un paio di piante in orto o in giardino possono soddisfare il fabbisogno di famiglia e amici.
Nella scelta delle piante da mettere a dimora va posta particolare attenzione in quanto esistono due gruppi di varietà che sidifferenziano per il colore della polpa e soprattutto per l’astringenza del frutto.
I frutti astringenti (kaki tradizionali) non sono eduli alla raccolta a causa dell’elevato contenuto di tannini e devono “ammezzire”: processo di maturazione che avviene in post raccolta e determina la perdita dell’astringenza, il rammollimento della polpa che diventa zuccherina, quasi liquida, leggermente vischiosa, delicata e profumata.
I frutti non astringenti (chiamati anche kaki mela), presentano bassi livelli di tannini, hanno polpa soda e croccante e si possono consumare già alla raccolta.
La pianta non è particolarmente esigente, predilige terreni non eccessivamente umidi e clima temperati, resiste alle basse temperature ma particolare attenzione va posta alle giovani piantine e ai ritorni di freddo primaverili che possono danneggiare i fiori; è da preferire quindi un’esposizione a sud, possibilmente al riparo dalla bora.
L’impollinazione è entomofila ma alcune varietà sono in grado di produrre frutti in assenza di fecondazione, frutti che saranno quindi privi di semi.
Oltre all’attraente colore i kaki hanno ottime caratteristiche qualitative: abbastanza calorici per l’elevato contenuto di zuccheri, ricchi in sali minerali in particolare potassio, vitamina C, beta-carotene e fibre, grazie alle quali hanno un blando potere lassativo.
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