Il suolo: un mondo prezioso e fragile
Di Daniela Peresson – Articolo pubblicato su Il Piccolo
Abbiamo moltissime volte parlato del suolo, sicuramente perché, in agricoltura biologica, nulla può prescindere dalla sua approfondita cura e conoscenza.
Non è solo una “passione” da biologici se la FAO nel 2014 ha istituito la “Giornata Mondiale del Suolo” che ricorre il 5 dicembre. Una celebrazione che dovrebbe sensibilizzare tutti noi sull’importanza del suolo e di una sua corretta gestione; ricordiamo che le diverse misure e strategie messe in atto a livello europeo (Green Deal e Farm to Fork) per contrastare il cambiamento climatico, coinvolgono necessariamente il suolo e la sua salute.
Perché? Con soddisfazione rileviamo che in alcune scuole primarie ancora (e per fortuna) gli insegnanti spiegano il ciclo della vita e il ruolo fondamentale che al suo interno svolge l’ecosistema suolo!
Noi adulti spesso ce ne dimentichiamo…
Produce quasi la totalità del cibo di cui ci nutriamo grazie alla capacità, dell’enorme numero di microrganismi che ospita un suolo “vivo”, di nutrire le piante. Filtra l’acqua che poi beviamo ed è capace di immagazzinare enormi quantità di carbonio se gestito con corrette pratiche agronomiche: nei primi 30 cm di suolo sono immagazzinati 680 miliardi di tonnellate di carbonio, un vero enorme serbatoio!
Si trova sotto i nostri piedi, forse per questo lo ignoriamo ed è sottile e fragile: ci vogliono più di 500 anni per formare un centimetro di suolo, ma ne bastano pochi per degradarlo in modo irreversibile. Secondo la FAO il 33% dei suoli è degradato a causa della perdita di fertilità (impoverimento di sostanza organica) e biodiversità, dell’inquinamento (anche da pesticidi), dell’erosionee della salinizzazione…e non dimentichiamo poi il “consumo di suolo” (cementificazione ecc.) che comporta la sua totale perdita.
L’UE ha fissato entro 2050 l’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo (in Europa spariscono 45.000 ettari all’anno); obiettivo che non sarà facile raggiungere in Italia (paese europeo con il più alto indice di occupazione di suolo) e dove ancora non esiste una legge al riguardo.
Affrontare queste tematiche con una seria legislazione sarà fondamentale ed è indispensabile non perdere tempo in quanto, già l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile richiama al raggiungimento della neutralità del degrado del suolo e del territorio.
Le tecniche di gestione del suolo che rispettano i principi dell’agricoltura biologica vanno in questo senso e mirano non certo al suo degrado ma al miglioramento o al mantenimento della sua fertilità: apporto di sostanze organiche, ridotte lavorazioni, utilizzo dei sovesci, copertura del suolo, rotazioni, ecc.
Come semplici cittadini, oltre a mantenerci costantemente informati su queste tematiche, possiamo sostenere le ragioni del suolo praticando nell’orto l’agricoltura biologica, nutrendoci di prodotti bio e supportando con i nostri acquisti gli agricoltori che scelgono tale metodo con l’obiettivo di mantenere in salute il suolo, l’ambiente e noi umani.