Gli ultimi ortaggi
Di Daniela Peresson – Articolo pubblicato su Il Piccolo
È questo un periodo difficile per coloro che vogliono, con regolarità, portare in tavola due o tre verdure diverse, rigorosamente di stagione, di produzione regionale e meglio se bio, a vantaggio della propria salute.
Se siamo consumatori attenti che considerano non solo la qualità dei prodotti, ma anche il loro costo ambientale, e rifiutiamo ortaggi che stazionano da mesi in cella frigo, che crescono in serre super tecnologiche o che hanno girato mezzo mondo per arrivare fino a noi, in questi ultimi mesi d’inverno ci restano ancora a disposizione i colorati radicchi e alcuni rappresentanti della importante famiglia dei cavoli!
Non dimenticando le particolari caratteristiche di salubrità di quest’ultime orticole, la scelta cadrà sulle tipologie più resistenti al freddo, e che quindi sono ancora presenti in campo, o dalle caratteristiche più particolari.
Della famiglia delle Crucifere, a cui appartengono tutti i cavoli, ricordiamo l’elevato contenuto in vitamina C, vitamina A, vitamine del gruppo B; tra i sali minerali potassio, calcio, fosforo, magnesio, ferro, zolfo e anche selenio; ricchi in fibre, contengono fino al 6-7% di proteine vegetali e un’elevata quantità di carotenoidi e flavonoidi ad azione antiossidante.
Quali consumare in questi mesi?
I cavolfiori ancora in campo sono quelli dal ciclo vegetativo più lungo che presentano numerose foglie che ricoprono e proteggono dal freddo l’infiorescenza globosa e compatta; le verze, sia quelle con foglie bollose dal colore verde scuro che quelle con foglie sottili di colore giallo nella parte centrale della “testa” e verde o rosso-violaceo esternamente, sono resistenti al freddo e ottime anche tagliate sottili e consumate crude (preservando in questo modo la vitamina C che la cottura distrugge). Dallo sviluppo vegetativo ben diverso dagli altri cavoli e ancora produttivo in questo periodo è il cavolo di Bruxelles, di cui mangiamo i piccoli germogli globosi che si formano lungo il fusto.
Non possiamo dimenticare il cappuccio rosso, capace di resistere al freddo e durare molto a lungo, caratteristico il suo intenso colore dovuto all’elevato contenuto di antociani, pigmenti che agiscono rallentando l’invecchiamento cellulare. In cucina è il suo colore e la compattezza della testa globosa che piace…lo si può consumare crudo conservandone i preziosi nutrienti o ne consigliamo l’unione con i fagioli in un sostanzioso minestrone dal fantastico colore viola.
A lettura ultimata, si prega di non rivolgersi al fruttivendolo di quartiere per l’acquisto di insipidi pomodori olandesi, non contengono alcun tipo di vitamine, a differenza delle nostrane Crucifere!