A partire dai legumi
Di Daniela Peresson – Articolo pubblicato su Il Piccolo
Nonostante le basse temperature notturne che ancora di frequente scendono sotto lo zero, è ormai ben visibile la primavera in arrivo. Non solo per gli orticoltori che già da tempo, almeno in serra, hanno iniziato semine e trapianti delle nuove colture, ma anche per i normali cittadini che la percepiscono nell’aria tiepida al riparo dalla bora, nelle fioriture delle piante selvatiche del genere prunus o nella comparsa di viole e primule in zone ben esposte.
E gli orticoltori hobbisti? In trepida attesa di iniziare le semine! Ricordiamo però che l’aumento della temperatura dell’aria non corrisponde automaticamente ad un aumento della temperatura del terreno, condizione necessaria per la ripresa dell’attività microbica e quindi del “funzionamento”del terreno stesso; inoltre il germogliamento, anche in specie abbastanza resistenti al freddo, è in genere una fase di grande sensibilità agli abbassamenti termici.
Detto questo, quali sono le orticole da mettere a dimora prossimamente? Non solamente per motivi climatici suggeriamo le prime leguminose: fave e piselli.
Le leguminose sono una fantastica famiglia di piante che ne comprende, oltre a fave e piselli, molte altre: fagioli, lenticchie, ceci e cicerchie, ma anche faglioli dell’occhio e mungo, soia, e ancora arachidi e lupini.
Di queste piante mangiamo i semi e i frutti (baccelli), di alcuni siamo consumatori e li coltiviamo da tempo, fagioli e fave ad esempio, di altri in molte famiglie attualmente non se ne fa alcun uso, a scapito della diversità nel piatto e della salute.
Oltre all’aspetto salutistico (sono fonte di proteine vegetali e di molti altri nutrienti) che tutti dovrebbero conoscere, dobbiamo considerare l’importante ruolo di queste piante nel migliorare le caratteristiche del suolo, in particolare il suo contenuto in azoto, grazie all’attività di batteri azotofissatori che vivono in simbiosi nelle loro radici.
Ritornando alla coltivazione di fave e piselli, queste specie non necessitano, per quanto detto sopra, di alcuna fertilizzazione (l’azoto se lo procurano da sole) e ne lasciano anche per le colture che seguiranno. Fave e piselli nani o a mezza rama vanno seminati a file distanti 60-70 cm, mentre per le varietà di pisello rampicante, che richiederanno dei sostegni, sarà necessario mantenere una distanza di 80-100cm.
Per favorire una emergenza regolare è bene bagnare la terra in fondo al solco prima della semina, evitando di bagnare e comprimere quella di copertura; per proteggere da eventuali repentini abbassamenti di temperatura può essere utilizzato il tessuto non tessuto.