Fragole (prima puntata)

2.09.2022

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di Daniela Peresson

Articolo pubblicato su Il Piccolo del 05/08/2022

 

A tutti quelli che hanno le idee chiare riguardo frutta, verdura e stagionalità, sembrerà strano leggere di fragole in questo periodo dell’anno.

Le fragole sono i primi frutti che la primavera ci regala, ma per avere nel prossimo mese di maggio, nel proprio orto o in una capiente cassetta sul terrazzo, piante rigogliose e produttive, dobbiamo metterci già al lavoro.

Per coltivare fragole è necessario conoscere le diverse modalità di fruttificazione di questa specie. Possiamo distinguere piante unifere che producono frutti in grande quantità durante la primavera (circa 500 g a pianta in un periodo di raccolta di circa 1 mese) e rifiorenti che portano piccole produzioni, ma con continuità (da maggio ai primi freddi). Le prime differenziano i fiori (cioè “li preparano” per la successiva fioritura) nei periodi con ridotta luminosità – giorno breve – che si verificano in autunno e sono quindi brevidiurne; le rifiorenti invece sono longidiurne o neutrodiurne cioè differenziando i fiori in corrispondenza di giornate lunghe (tarda primavera-estate) oppure sempre (e per questo fruttificano con continuità), indipendentemente dal numero di ore di luce del giorno.

Le varietà unifere sono le più coltivate da agricoltori e hobbisti, le rifiorenti, proprio perché producono durante i mesi estivi e autunnali, prediligono climi freschi con escursioni di temperatura giorno/notte che ne garantiscono le caratteristiche qualitative, condizioni climatiche purtroppo attualmente relegate alle aree di alta montagna.

Sarà forse colpa dei cambiamenti climatici?

Dedichiamoci quindi alle fragole unifere, da mettere a dimora verso la metà di agosto. Come sempre è fondamentale una corretta preparazione del terreno, le fragole soffrono i ristagni d’acqua ed è quindi necessario creare un’aiuola rialzata di almeno 20 cm con i bordi spioventi sulla cui sommità, leggermente livellata, verranno messe a dimora le piante in fila singola o doppia.

Il terreno dovrà essere lavorato con attenzione, senza sminuzzarlo eccessivamente se troppo secco o compattarlo se troppo bagnato; prima della lavorazione di affinamento andranno distribuiti, a seconda della disponibilità, letame, compost, pollina o stallatico, allo scopo di aumentare la fertilità del suolo e nutrire adeguatamente le piante.

È bene coprire il terreno per impedire che i frutti si sporchino alla raccolta dando origine a marciumi.

Che materiale utilizzare?

Paglia che con il tempo si degrada e arricchisce il terreno in sostanza organica, telo pacciamante nero o meglio bianco, da recuperare per lo smaltimento o riutilizzare; il telo in materiale compostabile si degrada velocemente e non svolge in primavera la sua funzione.

Importante è anche prenotare o ordinare le piantine in un’agraria ben fornita per averle disponibili quando necessario.

 

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