Di Daniela Peresson
Le motivazioni che portano le persone che possiedono anche un piccolissimo pezzo di terra a dedicare tempo ed energie alla realizzazione dell’orto, sono da ricercare nella “passione” per la natura, nel bisogno di un’occupazione per il tempo libero, nella volontà di far conoscere ai più piccoli i cicli naturali e la cura necessaria a far crescere le piante e, non ultimo, nella soddisfazione di produrre cibo buono e sano. La qualità dei prodotti è strettamente dipendente dalle tecniche utilizzate in campo (sia in agricoltura biologica che convenzionale), i cui effetti si ripercuotono necessariamente sull’ambiente e sulla salute dei consumatori; è l’ovvio e strettissimo legame tra agricoltura, ambiente e alimentazione. L’attualità e l’importanza di questi temi deve portarci, anche da semplici orticoltori hobbisti o appassionati, ad approfondire, divulgare, far conoscere! Come?
Facciamo un esempio. Istituita dalla FAO, domenica prossima 16 ottobre ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022, il cui tema quest’anno sarà: “Non lasciare nessuno indietro. Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore” grazie alla trasformazione verso sistemi agroalimentari più inclusivi, sostenibili e resilienti. L’obiettivo è sensibilizzare enti pubblici e cittadini su questi temi; diamoci da fare quindi, nelle scuole, nelle amministrazioni, nelle associazioni e in ogni ambito possibile, di fronte a problemi quali i cambiamenti climatici, le attuali modalità di produzione e distribuzione del cibo, la perdita di biodiversità e molti altri ancora che da questi dipendono: non è possibile restare indifferenti.
Ricordiamo che anche l’Unione Europea agisce in questo senso, con la strategia Farm to Fork che prevede entro il 2030 di destinare il 25% della superficie agricola ad agricoltura biologica e il 10% ad elementi del paesaggio con elevata biodiversità ed inoltre di ridurre al 50% l’utilizzo dei pesticidi…
È necessario far conoscere queste importanti ricorrenze e magari declinarle localmente con l’organizzazione di incontri, di attività didattiche, o con la visita o anche il semplice acquisto di prodotti in aziende bio. Tecnici, agricoltori ed associazioni che da anni si occupano di questi temi possono dare un supporto nell’organizzazione e realizzazione degli eventi, serve però una mano da parte di tutti, anche di chi, con dei vasi sul balcone di casa, sperimenta i primi rudimenti dell’orticoltura biologica!