Di Daniela Peresson
Chiusa ormai definitivamente la stagione orticola estiva sia nell’orto e che in tavola, possiamo con entusiasmo passare al consumo di ortaggi “di stagione”. Le specie coltivate in questo periodo vengono spesso guardate con diffidenza da bambini e ragazzi, ma non solo, che con difficoltà si avvicinano alle classiche verdure autunno-vernine come cavoli e radicchi, nonostante si presentino con numerose tipologie diversissime per colore, forma e sapore.
C’è però un’orticola che gode di ottima fama e questo è il suo momento: la zucca.
Parliamo delle zucche cosiddette “da inverno”, conosciute a tutti quali ingredienti di gnocchi, vellutate, minestre e numerose altre preparazioni.
Due specie appartengono a questo gruppo: Cucurbita maxima il cui nome non necessita spiegazioni e Cucurbita moschata, dall’aroma e odore che ricorda il muschio; la prima con peduncolo a sezione tondeggiante, la seconda con peduncolo scanalato, specie che assieme all’estiva Cucurbita pepo (zucca da zucchini) rivendicano la loro origine americana e si sono quindi diffuse in Europa solo dopo la scoperta del Nuovo Mondo. Nel loro luogo d’origine venivano coltivate nello stesso appezzamento con fagioli e mais, traendo dalla consociazione reciproco vantaggio. Prima del loro arrivo le zucche locali (Lagenaria siceraria), pare di origine africana, venivano utilizzate a scopo alimentare (si consumavano i frutti molto giovani), oppure come contenitori per liquidi, farine, semi, ecc., grazie alla lignificazione del pericarpo (parte esterna del frutto) duro e impermeabile a maturazione.
Le zucche che mettiamo in tavola sono quindi quelle americane e le varietà coltivate sono diverse per forma, colore, consistenza della polpa, utilizzo culinario. Ne elenchiamo alcune che certamente merita provare: Delica, Iron Cup, Hokkaido, Marina di Chioggia, Moscata di Provenza, Butternut e Violina. Se le acquistate direttamente dagli agricoltori non sarà difficile trovare qualche varietà locale selezionata da generazioni per alcune particolari caratteristiche; di quelle che più ci piacciono sarà bene conservare i semi e produrre le piantine da mettere in orto nella prossima stagione: una zucca che “corre” tra le aiuole e sull’erba del giardino può dare delle produzioni e soddisfazioni di tutto rispetto.
E in occasione delle ormai prossime ricorrenze segnaliamo che in Friuli era tradizione mettere le zucche illuminate all’esterno delle case ben prima dell’arrivo di Hallowenn, raccontiamo questo ai bambini e sostituiamo il “dolcetto o scherzetto” con un bel sacchetto di favette triestine!