Di Daniela Peresson
Per gli agricoltori biologici il suolo è il punto fondamentale dalla propria attività, per l’agricoltura industriale è un semplice sostegno inerte per le piante, per i cittadini può essere il bosco, quello che sta sotto l’asfalto delle città o il campo coltivato. È certamente ignorato, trascurato, maltrattato, e purtroppo nel nostro paese manca ancora una precisa legislazione di riferimento. Ma le indicazioni che ci vengono dall’Unione Europea sono chiare, strategie ed obiettivi che definiscono il ruolo fondamentale del suolo e la necessità di una sua corretta ed improrogabile tutela: il suolo e la moltitudine di organismi che in esso vivono forniscono cibo, biomassa, fibre e materie prime, regolano i cicli dell’acqua, del carbonio e dei nutrienti e rendono possibile la vita sulla terra.
Attualmente in Europa un terzo dei terreni è degradato, ma continuando così nel 2050 toccheremo il 90%. Ricordiamo che per formare 10 cm di terreno fertile occorrono circa 2000 anni!
Nel 2014 la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha istituito la Giornata Mondiale del Suolo che ricorre il 5 dicembre, quest’anno dedicata forse al suo più importate ruolo: “Dove comincia l’alimentazione”. Lo scopo è quello di sensibilizzare e far conoscere le problematiche che lo coinvolgono e far comprendere che il “benessere” umano è strettamente collegato alla salute ed alla fertilità del suolo: cibo, ambiente, biodiversità, ecc.
Ma come, che cosa c’è di così importante in quella sottile coperta che avvolge il nostro Pianeta?
Un ettaro di suolo – 10.000 m² (non cementificato e non degradato, ad esempio un prato) può contenere fino a 1000 kg di lombrichi, 2700 kg di funghi, 1700 kg di batteri, 1000 kg di artropodi e alghe e anche mammiferi come le talpe. Un solo grammo di suolo può contenere un miliardo di batteri, vi pare poco? Tutti questi abitanti, con il loro continuo lavoro – degradazione della sostanza organica, produzione di humus e sua mineralizzazione – rendono fertile, cioè capace di produrre, il suolo. Non dimentichiamo poi, fra le tante altre funzioni, la capacità di stoccare il carbonio sotto forma organica, sottraendolo all’atmosfera e contribuendo così al contenimento del riscaldamento globale.
E nell’orto? Se biologico il terreno dovrà essere fertile e vivo, e dovremmo mantenerlo tale con continui apporti di sostanze organiche diverse (compost, letame, stallatico, sovesci…), che sono per lui un vero cibo, il giusto concetto è: nutrire il terreno per nutrire le piante.
Per festeggiare degnamente il 5 dicembre andate nell’orto, ormai spoglio dalle colture estive e abbandonato e copritene la superficie con paglia, foglie e erba secca, sacchi di iuta o anche cartoni, come gesto di protezione e cura, ma soprattutto di corretta gestione agronomica.