di Daniela Peresson – AIAB FVG
Articolo pubblicato sul Piccolo il 06.12.2022
Gli appassionati dell’orto sono sicuramente coloro che per esperienza e conoscenza non sgarrano dal rispetto della stagionalità nel consumo di frutta e verdura.
Anche se state già pensando a che cosa coltivare di nuovo e diverso nei prossimi mesi per aumentare la biodiversità nell’orto, è importante non scordare che anche l’inverno propone una grande varietà di orticole, anche locali, che non rendono necessario il ricorso a prodotti provenienti da chissà dove o ancor peggio, di altre stagioni, coltivati in ambienti condizionati ad hoc per permetterne la crescita. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi, prima del solito supermarket, all’agricoltore del mercato rionale o all’azienda agricola più vicina che, grazie (in questo caso) alle strane condizioni climatiche di questo periodo, avranno ancora a disposizione prodotti che non avrebbero resistito a un normale freddo invernale.
Proponiamo di pensare alle verdure di stagione per portare in tavola un piatto, la minestra, che pur essendo una presenza giornaliera e costante nel passato dei friulani come unico e possibile alimento in tempi difficili, la contessa Giuseppina Perusini Antonini nel suo libro Mangiare e ber friulano ne elenca e descrive una quarantina circa, oggi la minestra si trova solo occasionalmente sulle nostre tavole. Andando poi ad una fascia d’età “sensibile” all’argomento, sappiamo che nelle mense delle scuole le minestre, in genere, vengono regolarmente rifiutate da bambini e ragazzi, fatto che in alcuni casi porta a ridurne la presenza nel menù settimanale; sarà forse anche perché non le conoscono?
Saltiamo le solite minestre, come jota e orzo e fagioli che fanno bella mostra di sé in agriturismi e ristoranti (ma per fortuna anche in qualche famiglia), e proponiamo qualcosa di meno conosciuto e di facile preparazione per tempi e procedura.
Strumenti utili, ma non indispensabili, una pentola in coccio, mezzo cucchiaio di farina, olio EVO in tavola e per tutte un’analogo procedimento di base: la verdura pulita e a pezzi, asciugata/saltata in pentola con farina e qualche cucchiaio d’acqua per 10-15 minuti, si ricopre d’acqua bollente e a fine cottura si passa in piccola parte al setaccio (o si frulla) per dare uniformità al tutto. I puristi delle minestre della tradizione inorridiranno, ma dobbiamo unire l’utile al dilettevole o meglio, velocità di preparazione e rispetto della stagionalità; cogliere capra e cavoli insomma!
Vellutata di cardi: non lasciatevi intimorire dalla complicata pulizia del cardo (si utilizzano le coste carnose delle foglie); l’aggiunta iniziale di una patata e di orzo (anche lessato a parte) per aumentare la cremosità, dà all’insieme una delicata consistenza.
Attenzione: nelle minestre con legumi partiamo da questi ultimi per poi aggiungere la verdura e successivamente l’acqua.
Minestra di cappuccio rosso e fagioli: grazie ai pigmenti di questa Brassicacea la minestra avrà un intenso e particolare colore; inoltre sarebbe meglio utilizzare fagioli acquistati freschi e conservati nel congelatore di casa.
Minestra di lenticchie e spinaci: alla base di lenticchie (che si coltivano anche in Friuli) è bene aggiungere qualche carota tagliata a pezzetti.
Un ultimo suggerimento per un ultimo tipo di minestra che era in verità la più frequente in passato: andate in orto a raccogliere quello che c’è, un finocchio andato a seme, una verza di microscopiche dimensioni, qualche foglia di borragine, bieta, cicoria o spinacio; qualche patata in aggiunta e la solita procedura porteranno ad un risultato di grande soddisfazione!