Dalla puntata del 29 gennaio 2023 di Vita Nei Campi di Rai Radio 1 del Friuli Venezia Giulia, l’intervento di Cristina Micheloni. Clicca QUI per ascoltare l’intera puntata.
Ok, basta transitare, proviamo a seminare. Che cosa? Legumi, ovviamente, visto che parliamo di proteine. Si avvicina il momento, e per questo ne parlo oggi, di seminare fave e lenticchie. I ceci seguiranno a ruota mentre per il pisello dobbiamo aspettare ancora un po’ e anche di più per i fagioli e le vigne.
Allora pronti con le fave e le lenticchie che vanno seminate per prime. Però se per le fave, da consumo fresco, il riferimento è più l’orto, nel senso che si raccolgono a mano e si vendono con tutto il baccello, quindi anche le dimensioni delle superfici coltivate sono limitate, simili agli ortaggi, appunto. E sono una bella proposta per chi degli ortaggi fa vendita diretta, proprio perché i primi legumi freschi dell’anno. In breve: seminare a file distanti 70cm e 20 cm sulla fila, depositando i semi a circa 5 cm di profondità. Considerate che appena le temperature salgono un po’ la pianta della fava si svilupperà velocemente e occuperà tanto spazio in larghezza, meno in altezza. Ma si raccoglierà presto, verso fine maggio/inizio giugno, quando il seme è ancora morbido, e lascerà un bel terreno pulito e fertile, ricco di azoto…. (è una leguminosa appunto!) dove potrete trapiantare zucchine piuttosto che radicchi, finocchi e crucifere.
Attenti agli afidi, in caso usare del sapone vegetale o del piretro, e, se il terreno ha una nutrita banca semi di infestanti, preparatevi ad un po’ di esercizio di zappa, ma non troppa.
Allargando le dimensioni e passando ad una coltura a pieno campo: le lenticchie, che si raccoglieranno da secche, ben sopportano i climi freddi, considerate che gli areali di coltivazione più importanti in Italia sono sull’Appennino Umbro (Castelluccio è ben sopra i 1000m di altitudine). Si seminano con la seminatrice da frumento e l’emergenza è piuttosto rapida. Per tutto il loro sviluppo rimangono piante di limitate dimensioni, quindi la competizione delle malerbe va gestita o con interventi meccanici come la sarchiatura o, meglio, con una buona dose di pigra furbizia, ovvero consociandole con un cereale o con altra coltura a sviluppo più o meno contemporaneo. Un suggerimento: l’orzo! Resistono bene alla siccità, però soffrono le alte temperature nel momento dell’impollinazione (come tutti i legumi), la coltivazione in collina e montagna è quindi di particolare interesse, ma non trascuriamo la pianura.
Fatto transitare gli agricoltori, bisogna però che transitino pure i consumatori, muovendosi verso un maggiore, migliore e più variegato consumo di leguminose da granella. Non barricatevi dietro il mal di pancia o la lunghezza di preparazione… le fave si mangiano anche crude e le lenticchie cuociono in un attimo, sono buone, piacciono ai bambini e di possono usare in una miriade di modi!