CAMBIARE STRUMENTI MA ANCHE MENTALITA’ NELLA DIFESA DELLE COLTURE

14.02.2023

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Dalla puntata del 12 febbraio 2023 di Vita Nei Campi di Rai Radio 1 del Friuli Venezia Giulia, l’intervento di Cristina Micheloni. Clicca QUI per ascoltare l’intera puntata.
Cambiare strumenti ma anche mentalità nella difesa delle colture
Che i fitofarmaci non facciano bene né a noi né all’ambiente ormai dovrebbe essere di trasversale consapevolezza. Ovviamente con tutti i distinguo e le precisazioni del caso: non tutti I prodotti sono uguali e non tutti i modi di utilizzo comportano le stesse conseguenze, però ci sono molteplici segnali che spingono alla loro riduzione:
• il contestato Piano Europeo per l’Uso sostenibile dei Fitofarmaci e conseguente loro drastica riduzione entro il 2030;
• la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che vieta agli Stati Membri l’autorizzazione di deroghe proprio sull’utilizzo non conforme dei fitofarmaci. Tanto per avere contezza della dimensione del fenomeno “le deroghe sono state 236 tra il 2019 e il 2022, di cui 14 richieste dall’Italia”. Troppe, spesso non giustificate e, ancor più spesso, non monitorate poi da chi le ha richieste. In sintesi un modo per bypassare la legislatura comunitaria e prendere tempo;
• l’evidente spostamento anche degli interessi economici delle grandi ditte produttrici di fitofarmaci, che ormai registrano poche nuove molecole di sintesi e molte di più sostanze naturali;
• la convinta spinta da parte della Commissione (meno da parte di Governo Nazionale e Regionale) verso l’agricoltura biologica, che permette, tra le altre cose, una forte riduzione dei fitofarmaci e l’indirizzo verso metodi agronomici e sostanze naturali.
Tutto questo processo, che va avanti da diversi anni, ha permesso di mettere a punto diversi strumenti alternativi, che sono già disponibili sul mercato e già in uso da parte degli agricoltori più attenti e preparati. Però molte di queste sostanze sono ben diverse da quelle cui gli agricoltori sono abituati. Per lo più, infatti, non hanno un’azione diretta verso il patogeno (per dire … la peronospora o l’oidio) ma agiscono sulla pianta in modo che essa stessa produca delle molecole che mettono la pianta in grado di resistere, magari non in modo totale, agli attacchi di funghi e batteri.
Queste sostanze appartengono alla grande famiglia dei biostimolanti, o induttori di resistenza, sono per lo più degli aminoacidi o delle proteine, o alghe o acidi umici o altre sostanze di origine vegetale o microbiologica.
La cosa importante da sottolineare, però, è proprio il meccanismo d’azione, che se non viene compreso rende vano ogni utilizzo. Tanto per dire: i tempi sono diversi, in anticipo rispetto alla lotta diretta proprio per permettere che la pianta attivi i processi metabolici voluti; ma anche le condizioni di temperatura e di umidità hanno una grande importanza.
Insomma aver a che fare con “cose vive” è sempre più complesso che produrre bulloni! E, come sempre… i ûl saût!
Ecco dunque un’opportunità: l’incontro del 14 febbraio a Pozzuolo, la seconda edizione della giornata di aggiornamento sui prodotti per la difesa delle piante in agricoltura biologica qui i dettagli:
ed un breve ma ricco sunto sul tema:
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