UN ALTRO GIRO DI PAC

13.03.2023

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Dalla puntata del 12 marzo 2023 di Vita Nei Campi di Rai Radio 1 del Friuli Venezia Giulia, l’intervento di Cristina Micheloni. Clicca QUI per ascoltare l’intera puntata.
Complicazioni, accese discussioni e per molti versi inspiegabili ritardi, nonchè revisioni e parziali cambiamenti di rotta. Questi i segna pista di una PAC partita giustamente e urgentemente ambiziosa, cui gli eventi globali, gli interessi dei soliti noti e la pigra miopia di molti hanno posto non pochi ostacoli. Il carico poi lo ha messo e lo continua a mettere la burocrazia, a tutti i livelli, all’interno della quale si è ulteriormente acuita la smania di controllo. Questa del controllo è una fissa tutta italiana, non europea e nemmeno della maggior parte degli stati membri: trattare chi presenta domanda di finanziamento, e ne ha tutti i requisiti per farlo, come un truffatore seriale e non come un cittadino che usa gli strumenti messi a disposizione della politica e, così facendo, collabora con le amministrazioni. Ma lasciamo perdere queste facezie, cui ci stiamo tristemente abituando, e andiamo alle cose pratiche: anche in FVG, come ci informa efficacemente Marco Malison, si stanno muovendo i primi bandi della nuova PAC, come gli Ecoschemi.
E’ ora disponibile anche il testo delle misure a superficie del nuovo PSR, ovvero quelle che pertengono il biologico ma anche l’agricoltura integrata, quella conservativa, i sovesci ecc. Tutto bene? Insomma, riguardando gli obiettivi della PAC, non solo il 25% di SAU bio ma anche la significativa riduzione di fitofarmaci, fertilizzanti di sintesi e farmaci usati in zootecnia, nonchè l’evidente urgenza climatica, pare proprio che il differenziale tra le misure non sia adeguato e, soprattutto sia definito, ancora una volta, sul nebuloso concetto di “mancato reddito” (falsamente più facile da calcolare) e non su quello di “servizio agro-ambientale o agro-climatico-ambientale” che va retribuito a chi lo produce a beneficio della collettività. Che significa? Se l’agricoltore Andrea fa agricoltura biologica o tiene coperto il terreno con un sovescio, egli contribuisce alla biodiversità del territorio, mantiene la fertilità del suolo, ripulisce l’acqua e non emette in atmosfera nè fitofarmaci nè gas serra, anzi stocca CO2 nel proprio terreno. Ciò va a beneficio non solo dell’azienda di suddetto agricoltore Andrea ma di tutta la comunità che vive attorno ai campi di Andrea. Per questo motivo la comunità lo retribuisce attraverso il PSR, che usa i soldi delle tasse di tutti i cittadini, quel che si dice “public money for public services”. Seguendo tale ragionamento, chi più servizi ecosistemici offre più dovrebbe ricevere, proprio per permettergli di continuare e motivare anche altri ad iniziare a farlo.
Guardiamo ora lo specchietto riassuntivo che mette a paragone agricoltura bio con quella integrata e con quella conservativa e potremmo concludere che chi sta nel mezzo e non fa una vera scelta ci guadagna di più, cosa che, inoltre, non porta all’ineludibile e ormai inprocastinabile cambio di paradigma del sistema agro-alimentare che il farm to fork, la strategia per la biodiversità, la mission soil…. tutte le politiche europee più sensate degli ultimi anni hanno come obiettivo. E se non ci interessano le politiche pensiamo alla banale sopravvivenza degli umani su sto pianetino.
Ma torniamo al sodo, alcune info che è bene conoscere da subito, anche se le domande per le misure a superficie dovranno essere presentate nel 2024:
• per la misura del biologico, potrà far domanda solo chi avrà presentato notifica di inizio attività in bio entro il 2023;
• sarà obbligatorio che il metodo biologico sia applicato a tutta la tipologia colturale aziendale, ovvero tutti i vigneti o tutti i seminativi;
• le foraggere saranno eleggibili solo se c’è anche la zootecnia bio (come da bando attuale);
• il bando verrà aperto una sola volta nel quinquennio, ciò significa che chi deciderà di fare bio dopo il 31 dicembre 2023 dovrà attendere la prossima programmazione;
• risorse limitate porteranno alla formazione di graduatorie, quindi non sarà come con la tornata precedente ma ci saranno dei criteri di priorità.
Tutto scritto nella pietra e non modificabile? Speriamo di no, all’Amministrazione Regionale la decisione.
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