ANCORA SUOLO …

14.03.2023

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di Daniela Peresson – AIAB FVG

Articolo pubblicato sul Piccolo il 03.03.2023

Nonostante la bora che soffia senza tregua in questi primi giorni di marzo, la primavera è alle porte.
Forse in città non è facile rendersene conto, ma chi ha scelto di dedicare il suo tempo libero alla coltivazione dell’orto e alla cura del giardino, è in trepida attesa.
Abbiamo spesso ribadito di non anticipare troppo i tempi, ritorni di freddo con abbassamenti anche repentini delle temperature possono compromettere l’emergenza delle nuove piantine o i primi trapianti, ma dobbiamo ricordare che non è solo la temperatura dell’aria che condiziona la crescita, ma è soprattutto quella del suolo che si riscalda molto, molto più lentamente dell’aria.
Qualche lettore attento osserverà che in questo momento il fattore limitante è l’acqua, su questo fattore però non possiamo più di tanto intervenire, se non mettendo a punto un sistema irriguo utile per la prossima stagione vegetativa che miri soprattutto al risparmio d’acqua.
È importante, in prossimità della ripresa dei lavori in orto, parlare ancora di suolo; considerato elemento fondamentale per l’agricoltura biologica è spesso maltrattato, calpestato, cementificato e sconosciuto nei diversi e fondamentali ruoli che svolge.
Definito “fabbrica” della vita o “pelle” del nostro pianeta, è il suo più importante organo; è un laboratorio di trasformazione che fornisce nutrimento ed energia a tutti gli organismi viventi che contiene o che vivono sopra di lui, uomo compreso. La sua origine è antica perché il processo di formazione che dipende da clima, temperatura, acqua, sole, vento, flora, fauna e uomo è lunghissimo, occorrono più di 2000 anni per formare 10 cm di suolo fertile! Per questo motivo è quindi una “risorsa non rinnovabile” e ovviamente da preservare, ma non stiamo andando in quella direzione, per questo ne parleremo ancora, non solo per gli orticoltori hobbisti, ma per tutti gli interessati alla salute del pianeta.
E ritornando all’orto, il vostro ha un suolo fertile e vivo? Se praticate l’agricoltura biologica da anni, è sicuramente ricco di vita, al momento per fortuna è ancora bello e coperto da un buon strato di paglia o altro materiale organico o da un sovescio che ne impedisce l’erosione (avviene anche in terreni in piano e non solo in pendio), cioè l’allontanamento delle particelle più fini provocata da questo vento insistente. Al riparo, gli organismi viventi che lo abitano riprenderanno pian piano, al risalire delle temperature, il loro lavoro: degradazione della sostanza organica e
sua mineralizzazione con conseguente messa a disposizione degli elementi nutritivi per le piante. C’è tempo quindi, progettate lavori, semine e trapianti e quando sarà l’ora, e speriamo che intanto un po’ d’acqua arrivi, evitate di affittare un motocoltivatore (la fresa è il peggior nemico del suolo) per lavorare tutta la superficie a disposizione, ma lavorate dei piccoli pezzetti in tempi successivi dedicandovi alla forca (ne esistono diverse tipologie) per rompere verticalmente il terreno senza rovesciare le zolle.
“Molti non colgono la bellezza dei suoli. Perciò non è facile convincerli della necessità di preservarli”. Hans Jenny – pedagogo.

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