di Daniela Peresson – AIAB FVG
L’aria frizzante e le prime fioriture di primavera che anche in città si fanno sentire, spingono alla coltivazione di “qualcosa” anche le persone più indifferenti al mondo vegetale. Spesso il tutto si conclude con l’acquisto della solita piantina di basilico al supermercato, che vivacchia o sopravvive a stento per qualche settimana. Un suggerimento valido in questo caso estremo è innanzitutto quello di acquistare una piantina da agricoltura biologica (la si trova anche al supermarket), così almeno potrete tranquillamente utilizzare fin da subito le foglie più sviluppate. Altra importante indicazione che permetterà al basilico, o a qualsiasi altra piantina acquistata al volo, di avere qualche chance, è il travaso dal microscopico vasetto originale (dove le radici hanno già fatto qualche giro in tondo) ad un capiente vaso di terracotta con del morbido terriccio.
A chi vorrà sperimentare qualcosa in più, sul balcone o nel terrazzo, proponiamo la coltivazione di erbe aromatiche. Si tratta di piante da utilizzare ogni giorno in cucina, che pur distinguendosi dalle “officinali” vere e proprie che trovano specifico impiego in campo medicinale, dietetico, cosmetico, ecc., contengono comunque importanti principi attivi e oli essenziali. Tra le tantissime specie selvatiche e coltivate le prime presentano un aroma più intenso, sono specie perenni che a primavera formano nuovi germogli; frequenti in prati, fossi e incolti, si trovano anche in vendita nelle agrarie più fornite. Non richiedono cure particolari: un capiente vaso e del terriccio mescolato al solito compost o stallatico.
Andiamo a conoscere le più comuni.
Erba cipollina: cresce spontanea nei prati e ai bordi dei campi, facilmente riconoscibile per le foglioline sottili di forma tubolare ed il pungente profumo di cipolla. Come le altre specie della sua famiglia ha proprietà antisettiche, diuretiche e digestive; viene utilizzata in cucina fresca e cruda, tritata nelle insalate, sui formaggi freschi e per insaporire passati di verdure e minestre.
Finocchio: la pianta è facilmente riconoscibile per le sue dimensioni che possono anche superare il metro e mezzo; ha foglioline filiformi e un’aroma inconfondibile simile al finocchio coltivato, ma più vicino a quello dell’anice. Digestivo, diuretico e depurativo, stimola la produzione di latte e combatte le coliche. Si utilizzano le “barbe” cioè la vegetazione fresca nelle minestre e nelle insalate, i semi per le tisane e per insaporire dolci e biscotti, ma anche carni di maiale.
Rucola: la specie coltivata è ben diversa da quella spontanea che presenta foglie strette e sottili dal sapore molto intenso. È nota fin dall’antichità sia per l’utilizzo alimentare, sia per le proprietà terapeutiche: ricca di minerali, stimola l’appetito e facilita la digestione. In cucina il suo impiego è molto vario: sulla pizza, nel pesto, su carne e pesce, ma il suo sapore così caratteristico si manifesta al massimo quando mescolata a lattughe, radicchi e insalate
miste.