Torno sul tema suolo e sua fertilità, argomento comune e di frequenti e storiche discussioni tra i biologici ma di più recente interesse per chi biologico non è, anzi suona piuttosto strana tutta l’attenzione che ora richiama anche da parte di chi fino a ieri pensava fosse solo qualcosa che tiene su i pali! Ma ben venga questa novella sensibilità!
Ora che i prezzi dei fertilizzanti inorganici continuano a preoccupare anche altre alternative stanno conquistando il palco.
Dopo aver abbondantemente perlustrato le potenzialità di sovesci e ammendanti organici, passando per il compost e le borlande è la volta dei microrganismi. Vero che “loro” ci sono sempre stati nel terreno e hanno sempre fatto un eccellente lavoro… se glielo lasciamo fare, ovvero evitiamo di utilizzare erbicidi e concimi a rapido assorbimento (leggi urea e nitrato ammonico), non gli ribaltiamo casa con arature profonde, ricorrenti e con il terreno non in tempera e diamo loro da mangiare, ovvero sostanza organica, in tutte le forme disponibili basta che ce ne sia una buon quantità.
Sui microbi del suolo, che fissano azoto, rendono disponibili alle piante gli elementi nutritivi, degradano sostanza organica, formano mucillagine che migliora la struttura del suolo e tanto altro hanno aguzzato l’occhio anche i maestri del business, tant’è che il Wall Street Journal riporta come “le startup che commercializzano fertilizzanti alternativi per le colture dichiarino di guadagnare consenso tra gli agricoltori e gli investitori statunitensi”.
E continuando a leggere: “Diverse aziende stanno spingendo lo sviluppo di fertilizzanti sfruttando i microbi o i prodotti a base vegetale per fornire i nutrienti di cui il mais e altre colture hanno bisogno”. E ancora: “Queste imprese mirano a sostituire i fertilizzanti tradizionali la cui produzione implica il dispendio del gas. Una fonte energetica che ha raggiunto quest’anno prezzi record…”
Gli investimenti attratti dai fertilizzanti di questo tipo sembra ammontino a 1 miliardo di dollari nell’ultimo anno, secondo le stime della società di ricerca AgFunder. Ma chi son gli investitori? Tra i tanti: il fondo sovrano di Singapore Temasek, la Breakthrough Energy Ventures di Bill Gates e il colosso delle materie prime alimentari Bunge Ltd.
L’amministratore delegato di una di queste aziende ci ricorda che “l’applicazione dei microbi è spesso meno costosa rispetto a quella dei fertilizzanti.”
Ma come, ci hanno convinti per decenni del contrario!
La morale è che vanno bene pure i microbi, purchè non siano quelli indigeni del vostro terreno trattato bene ma li comperiate in buste sigillate… da coloro che fino allo scorso anno vi hanno venduto l’urea!