Dalla puntata del 21 maggio 2023 di Vita Nei Campi di Rai Radio 1 del Friuli Venezia Giulia, l’intervento di Cristina Micheloni. Clicca UI per ascoltare l’intera puntata.
Appena passato il momento della terminazione dei sovesci autunno-invernali e già è tempo di attrezzarsi per quelli estivi.
Ma perché dobbiamo fare pure d’estate sti sovesci? Più o meno per le stesse ragioni di quelli invernali, ovvero proteggere il suolo dagli eventi meteo, dare da mangiare alla miriade di organismi che vivono nel suolo e che si cibano di sostanza organica, facilitare la creazione di una buona struttura del suolo, in grado di gestire l’acqua sia nei periodi di carenza che di eccesso, riequilibrare i nutrienti ed aumentarne la disponibilità per le colture che seguiranno.
Un terreno nudo perde fertilità d’inverno ed anche d’estate, quando l’humus si ossida a causa delle alte temperature, la struttura si compatta ed eventuali precipitazioni intense creano seri problemi. A ciò si aggiunge il fatto che un terreno nudo d’estate è un invito a nozze per I semi di malerbe presenti nei primi centimetri di suolo.
Insomma i motivi ci sono, tanti e robusti. Ma quando si seminano i sovesci estivi? Ad esempio dopo un cereale autunno vernino o dopo la bietola oppure dopo un pisello, ovviamente se non si pensa ad una seconda coltura. In orticoltura prima dei trapianti delle colture autunnali. Insomma ovunque ci siano un paio di mesi “vuoti”. Ovvio che le specie sono diverse da quelle autunnali, ma i criteri di scelta rimangono gli stessi: meglio i miscugli, cereali per la cellulosa, leguminose per l’azoto… ma considerate anche le fioriture (tipo e momento) e l’importante effetto verso i pronubi.
Qualche esempio? Grano saraceno, panico, facelia, sorgo da foraggio o sudanese,il Nyger, che è una composita molto resistente al caldo.
Meno frequenti le leguminose che si beano delle alte temperature estive: accanto alle più note vigne (ovvero fagiolo dall’occhio o il fagiolo mungo), perché non provare la trigonella (o fieno greco), la lupolina (medicaio lupolina) anche molto competitiva verso le malerbe, la crotalaria, anch’essa molto resistente al caldo ed alle condizioni con poca disponibilità idrica.
Al solito, a meno di necessità particolari come quelle della facelia, sempre meglio essere risparmiosi sulle lavorazioni del suolo, quindi dove possibile preferire la semina su sodo.
In commercio ci sono diversi miscugli pronti ed anche la scelta delle singole specie può essere fatta in base alle varietà. Diciamo che le ditte sementiere hanno lavorato molto sui sovesci e i risultati si vedono. Tuttavia, nulla vieta il riutilizzo della semente propria, anche mescolata in casa.
Ma perché ve ne parlo con tanto anticipo? Perché in realtà non è così poi tanto se dovete a) informarvi adeguatamente; b) ordinare la semente; c) fare richiesta di deroga qualora non trovaste semente bio ma solo convenzionale non trattata.