Si fa presto a dir fagiolo 2!

6.11.2023

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Dalla puntata del 05 novembre 2023 di Vita Nei Campi di Rai Radio 1 del Friuli Venezia Giulia, l’intervento di Cristina Micheloni. Clicca QUI per ascoltare l’intera puntata.
Visto che abbiamo già detto di come si mangiano, questa seconda puntata dedicata al fagiolo si concentrerà sul come si coltiva. Come per il pisello, la coltivazione del fagiolo avviene o a livello di ortaggio, quindi su appezzamenti limitati e con tutte gli interventi fatti manualmente, inclusa la raccolta. Ciò significa che la raccolta può avvenire con l’intero baccello, quando il fagiolo è ancora fresco, oppure a seme già secco e più facilmente conservabile. Oppure come coltura a pieno campo e quindi gestita meccanicamente e raccolto secco. Solo per completezza: anche la coltivazione del fagiolo mangiatutto può essere a pieno campo e completamente meccanizzata.
Per la coltivazione a pieno campo si usano le varietà nane, ovvero che non vanno troppo oltre il metro di altezza e non necessitano di tutori, mentre per le coltivazioni in orto si possono anche utilizzare le tradizionali varietà rampicanti, che hanno bisogno di qualcosa su cui arrampicarsi, quindi o ci mettete dei sostegni o il tradizionale mais… pensateci, anche nell’orto può essere un’idea e magari scegliete un bel mais da polenta.
Il fagiolo non fa molto il difficile in termini di tipo di terreno, basta evitare quelli pesanti e che fanno crosta, cosa che danneggia i cotiledoni in uscita. Come al solito da evitare il ristagno, quindi evitare il calpestamento e preparare con cura il letto di semina. Per l’azoto ci pensano i batteri, quelli che instaurano nello specifico una simbiosi radicale col fagiolo si chiamano Rhizobium, ma ricordate che il loro sviluppo e la loro attività soffre in presenza di azoto prontamente assimilabile (come quello dell’urea o del nitrato ammonico) e di erbicidi o fungicidi.
La temperatura a cui si sviluppa più velocemente è attorno ai 13°C, mentre quando il termometro scende sotto i 2-3°C la pianta muore, ergo vanno seminati quando l’inverno è terminato e siamo certi che le temperature andranno aumentando. Ma anche il troppo caldo non giova al fagiolo, soprattutto alla fioritura e nelle fasi immediatamente successive. Questo il motivo per cui le zone più tradizionali di coltivazione sono quelle montane, dove si trovano anche le varietà più conosciute e tradizionali, pensate ai borlotti e tanti altri della Carnia, ai cesarins di Pesaris, al fiorina di Lusevera, soloper citarne alcuni.
Durante tutta la coltivazione l’acqua è necessaria, non tanta, ma un po’ ci deve essere, quindi se non piove tocca irrigare.
Anche qui una precisazione: le varietà più recenti, soprattutto quelle nane che hanno permesso di portare la coltura tra quelle meccanizzabili, sono più tolleranti, sia in termini di temperature che di acqua. Rimane comunque la sensibilità alle alte temperature in fioritura, grosso problema in pianura ma anche problema in aumento in montagna, a a causa del cambiamento climatico. Nel 2022 anche nelle tradizionalissime zone di Lamon i fagioli hanno sofferto, con aborti fiorali e, conseguenti, produzioni bassissime.
Ma non vorrei essere troppo allarmista: tra le tantissime varietà e tipologie di fagiolo, quelle giuste per il vostro specifico campo ci sono, si tratta di studiare e provare e siccome la richiesta di mercato è in continuo aumento, varrebbe la pena provarci anche al di là dell’orto e dell’autoconsumo.
Batteri e funghi possono dare qualche fastidio soprattutto nelle stagioni piovose. Essenziale la prevenzione tramite rotazione e gestione dei residui, considerate che ci sono varietà un po’ più tolleranti alla ruggine e la sanità del seme deve essere assicurata. In caso… un trattamento con rameici. Occhio agli afidi, in modo da agire immediatamente alla comparsa. Nella conservazione tanta attenzione al tonchio… sbizzarritevi con surgelazione, sottovuoto, farina di roccia
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